Incendio colposo in azienda: quando si configura il reato?

L’incendio colposo in azienda si configura come reato quando ci sono responsabilità dimostrabili a carico del datore di lavoro. Infatti, è il datore stesso il responsabile della sicurezza sui luoghi di lavoro e della sicurezza antincendio.

In questo articolo, affronteremo il tema dell’incendio colposo in azienda chiarendo alcuni aspetti normativi e individuando le azioni necessarie per essere a norma con la legge sulla sicurezza.

 

L’articolo 499 del codice penale e l’incendio colposo

L’articolo 499 del codice penale italiano è il punto di riferimento fondamentale quando si parla di incendio colposo. Questo articolo stabilisce che chiunque, per colpa, cagiona un incendio è punito con la reclusione da uno a cinque anni. 

Nel contesto aziendale, è fondamentale comprendere la definizione legale di questo reato e come si applica per evitare possibili conseguenze. 

 

Incendio colposo in azienda: quando è reato?

Il reato di incendio colposo in azienda si configura quando l’evento si verifica a causa di negligenza, imperizia o irresponsabilità del datore di lavoro. Di fatto, cioè, il reato è imputabile quando il datore di lavoro non si adegua alla normativa antincendio, causando un pericolo per i lavoratori, gli ospiti e la struttura stessa.

Tra le mancanze più gravi:

  • mancata manutenzione dei dispositivi e degli impianti antincendio;
  • mancata applicazione delle norme di prevenzione incendi e di sicurezza sul lavoro.

 

I rischi per il datore di lavoro

Le conseguenze legali e finanziarie di un reato di incendio colposo in azienda potrebbero essere gravi, con sanzioni e responsabilità a carico del datore di lavoro. Come già anticipato, l’articolo 499 del codice penale prevede la reclusione da 1 a 5 anni, oltre che il risarcimento per eventuali danni a persone e proprietà. Ma le sanzioni civili e penali possono essere molto più pesanti se l’incendio provoca vittime.

Oltre a questo, l’immagine dell’azienda potrebbe subire danni irreparabili. 

Basti pensare al famoso caso dell’incendio presso l’azienda ThyssenKrupp di Torino nel 2007, dove persero la vita 7 operai e furono comminate pesanti sanzioni penali all’AD e a 5 manager dell’azienda.

 

Come mettersi a norma con la sicurezza antincendio

La normativa antincendio prevede una serie di step per mettersi a norma ed evitare di incorrere nel reato di incendio colposo. Tutti gli step partono da un’attenta valutazione del rischio incendio, che varia a seconda del tipo di attività svolta, dei materiali utilizzati, della configurazione dell’edificio ecc.

Di seguito riportiamo alcuni aspetti fondamentali da curare per essere a norma, con degli approfondimenti specifici dove potrai leggere ulteriori informazioni.

 

Il DVR e il rischio incendi

Il DVR è il Documento di Valutazione dei Rischi, dove confluisce anche la valutazione del rischio incendio. Si tratta di un documento fondamentale per individuare le criticità più significative e prendere le misure necessarie ad annullare i rischi (o ridurli al minimo possibile). Rappresenta perciò anche un importante strumento per la prevenzione degli incendi.

Ne abbiamo già parlato più diffusamente in un precedente articolo sul nostro blog: per approfondire leggi anche Come redigere il DVR.

 

I dispositivi antincendio

I dispositivi antincendio devono essere installati a seconda degli esiti della valutazione del rischio incendio. Alcuni di essi sono sempre obbligatori in tutte le aziende dove lavora almeno un dipendente, secondo quanto stabilito dal DM 1 settembre 2021. Lo stesso decreto stabilisce che la manutenzione di impianti, attrezzature e sistemi antincendio è sempre obbligatoria. Essa deve essere condotta sempre da un tecnico manutentore qualificato.

Anche in questo caso puoi approfondire leggendo l’articolo Estintori e dispositivi antincendio nei luoghi di lavoro. Una breve guida.

 

Il piano di evacuazione e emergenza

Le imprese con un organico superiore a 10 dipendenti o le attività soggette a dei Vigili del Fuoco devono elaborare il Piano di Emergenza.

Questo documento si fonda sull’analisi del rischio incendio ed ha l’obiettivo di delineare le azioni specifiche da intraprendere in caso di incidente o situazione pericolosa (come appunto l’incendio). Il piano di emergenza contiene tutte le misure che un’attività deve mettere in atto sia in fase di esercizio, ossia in condizioni di normalità (tra queste, ad esempio, la manutenzione), sia in fase di emergenza.

Dunque deve includere anche le procedure da seguire in caso di incendio, le istruzioni per richiedere assistenza e le misure dettagliate per supportare le persone con necessità speciali.

 

La nomina degli addetti antincendio e la formazione antincendio

Il datore di lavoro è tenuto a nominare formalmente degli addetti antincendio, il cui ruolo è di contribuire alla prevenzione incendi nelle attività quotidiane, ma anche di gestire le situazioni emergenziali. Puoi leggere info più dettagliate nell’articolo Corsi antincendio. Come mettersi a norma sul lavoro.

Per legge, gli addetti designati devono seguire corsi antincendio, strutturati in base al livello di rischio dell’azienda.

Gli attestati rilasciati hanno valore di 5 anni e possono poi essere rinnovati seguendo un corso di aggiornamento.

In caso di mancata nomina degli addetti antincendio, il datore di lavoro va incontro a sanzioni civili e penali.

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